E' notte fonda: sono a letto, sveglio, e abbraccio il pancione di Raffaella.
Dentro qualcun altro è sveglio: da dentro, bussa il futuro.
Vorrei risponderle picchiettando con un alfabeto morse inventato e un po' buffo, ma sveglierei Raffaella, quindi mi limito a sorridere applicando sul mio viso la classica faccia un po' ebete che caratterizza noi futuri padri.
Le notti insonni sono anche il momento dei pensieri a ruota libera, spesso un po' inconcludenti: di solito intavolo discussioni fantasiose (magari anche un po' accese) con le persone più disparate, per i motivi più assurdi possibili.
E' più forte di me: la mente va in automatico, e non si riesce più a spegnere.
Ieri notte era invece il momento delle apprensioni del futuro genitore: sarò un buon padre per Lucrezia? Riuscirò ad essere presente e attento, come vorrei? Riuscirò a darle tutte le possibilità che merita?
Mi sono addormentato senza riuscire a rispondermi, né del resto sarebbe stato possibile: la notte da voce alle paure sottointese, le amplifica e non offre soluzioni.
Però è utile essere consci delle proprie debolezze. Mi sono svegliato con una sola certezza: il futuro è alle porte, e bisogna prepararsi, e fare semplicemente del proprio meglio, ignorando le paturnie che inevitabilmente ti possono cogliere.
Il futuro sta bussando, e non vedo l'ora di aprirgli: sarà sicuramente un futuro bellissimo.
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