4 settembre 2015

Caffè tecnologico

Occupa tre posti sul bancone del bar: ha appoggiato il suo iPad in piedi sul banco, e sta contemporaneamente telefonando con il cellulare. Il braccio, teso a prendere la bustina dello zucchero, impiega parecchio più tempo del dovuto a svolgere l'azione, essendo concentrata tutta l'attenzione sulla tecnologia.

Non mi fa simpatia.
Ma mi dico: sarà qualcosa di importante. Sarà lavoro.

Naturalmente è Facebook, che non ha potuto sospendere neppure per il tempo di un caffè: faccio tempo a scorgere il primo piano di un sedere femminile in costume da bagno, prima che cambi velocemente pagina.

Nel frattempo ha conquistato la bustina dello zucchero, così mi posiziono di fianco sul posto reso libero.
Ordino il caffè, e riprendo Lucrezia (dietro di lui) che ha preso un Duplo senza chiedermene il permesso.

Il tipo mette giù il telefono, si volta a guardare Lucrezia e si gira verso di me sorridendo: "Sono tutti così...", mi dice.

E' inutile: non mi fa simpatia.
"Sì", gli rispondo "SIAMO tutti così."

La conversazione si conclude così: finisce in fretta il caffè e si allontana salutando il barista. Lo osservo allontanarsi, avvicinando la tazzina alle labbra.

Sarò stato eccessivo, nei suoi confronti?
Forse sì, forse no.

Mi giro verso Lucrezia: "Dammi quel Duplo, vala'" le dico, avvicinandomi verso la cassa.
"Grazie papà!" mi risponde sorridendo.

Sorrido anch'io.
Chissà, se siamo davvero tutti così.

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